mercoledì 22 febbraio 2012

L'utilità del vigile urbano

Ogni tanto capita che trovi il mio posto auto riservato, con tanto di segnale e numero di concessione stampato sopra, occupato da macchine di altri disabili (più raramente) o da chi semplicemente se ne frega, o fa finta di non vedere il segnale. Esiste un numero di telefono del pronto intervento dei vigili che, se chiamati, dovrebbero intervenire (appunto), multare e rimuovere il veicolo. In quindici anni di disabilità, neanche una volta sono riuscito a veder portare a termine questa operazione. Le mie molteplici telefonate hanno avuto gli esiti più diversi: non risposte; risposte ma mancanza di personale e mezzi; risposte con promessa di mandare subito personale e mezzo, che però si presentavano ore più tardi quando l'auto denunciata era già andata via. Sconsolato, sono passato al fai da te: messaggi cartacei lasciati sul parabrezza; tergicristalli alzati; furgone parcheggiato in modo da rendere quasi impossibile l'uscita del fuorilegge; fino alla rigatura con chiave (in pochi casi).
Qualche giorno fa ho trovato l'ennesimo rappresentante della rinomata educazione civica che rende il nostro paese famoso nel mondo, piazzato nel mio posto. Per di più con permesso d'invalidità in bella vista sul cruscotto, che se vogliamo è un'aggravante visto che lo dovrebbe sapere bene. Per solidarietà sono tollerante con i miei simili, quindi gli parcheggio dietro senza esibirmi in azioni dimostrative e me ne vado a casa. Passa invece mia madre che prende e telefona al pronto intervento, e visto che non lo ha mai fatto, le rispondono e prontamente intervengono. A questo punto devo fare un passo indietro.
Circa due anni fa ero parcheggiato in un autogrill in uno dei posti riservati ai disabili. Era estate e il mio sportello era aperto. Aspettavo il ritorno degli amici con cui ero in viaggio, con rifornimento di panini e bibite. Un poliziotto si è avvicinato al furgone, ha controllato il permesso e mi ha detto:
''Guardi che ha il permesso scaduto, appena torna nella sua città le consiglio di recarsi al Comune per il rinnovo''
''Perché scade?''
''Purtroppo sì, anche se nel suo caso non dovrebbe''.
Il poliziotto doveva essere ferrato in materia, ma io davvero non sospettavo che ci fosse una scadenza nei permessi. Di certo io non torno a camminare. Arrivato a Roma ho trovato un'altra bella sorpresa: quarantacinque multe per ingresso nel centro storico, anche queste riconducibili all'avvenuta scadenza del permesso (tralascio quello che ho passato per farmi togliere le multe, il post diventerebbe un romanzo). Mi sono precipitato in Comune a chiedere spiegazioni e, nel totale imbarazzo, mi hanno dato assolutamente ragione. Nel giro di una settimana mi hanno riconsegnato il permesso senza data di scadenza. Tutto risolto penserete voi. E invece no, perché a nessuno è venuto in mente di dirmi che il numero di concessione era cambiato. Per quanto mi riguarda non c'era motivo per il quale dovesse essere cambiato e quindi neanche ho controllato. Torniamo al presente.
Dicevo i vigili intervengono prontamente quando l'altro veicolo è già andato via (non poteva succedere diversamente) e quando anche mia madre si è dileguata. Controllano il numero di concessione sul permesso nella mia auto e notano che non corrisponde a quello sul segnale stradale. Indovinate un po' a chi fanno la multa? In tutto questo le sinapsi cerebrali del portiere del mio condominio non funzionano abbastanza da suggerirgli di chiamarmi, per evitare la beffa. Ora devo andare al Comune e mi devo incazzare, al solito. Non posso pensare al fatto che in quindici anni non si sono mai presentati, e una volta che vengono fanno la multa a me. A presto per il seguito in Comune.

P.S. Udite Udite: ho finito la prima stesura del romanzo. Ora inizia il delicato lavoro della revisione, ma sarò più presente sul blog.