mercoledì 3 agosto 2011

Numana estate 2011/4

Finalmente è arrivato il sole. Dopo due settimane autunnali, sia come tempo che come temperatura – giornate passate chiuso in casa con doppia felpa mentre fuori imperversava la bufera con quindici gradi – mi sono potuto dedicare con impegno alla faticosa opera di giacere bello spaparanzato al sole. Immobile e rilassato, quasi morto direi, mi sono arrostito a puntino. Incurante dei continui consigli di zie e cugine:
«Mettiti la crema protettiva che sei già tutto rosso, così finirai per bruciarti».
Io mi voglio bruciare. Pretendo di tornare a casa nero come il mio assistente. Se devo passare per bruciature e ‘peeling solare’ benvenga, sono pronto.
Mio malgrado, vengo coinvolto nel gossip legato ai settimanali dedicati che la fanno da padroni:«Ma quant’è bella Ilary Blasi? Si, perché la donna di Ronaldo?».
Mi presto volentieri. Anche perché guai a chi parla male della moglie del ‘Capitano’!
Intanto Tommy continua nella sua febbrile pesca quotidiana, tornando sempre incazzato per qualche motivo.
«Ho pescato i gamberetti e me l’hanno fatti tagliare a pezzi per usarli come esca»
«E allora?»
«E poi non li hanno usati»
«Va bene, dai»
«Va bene un cazzo! Quelli erano vivi e ora sono morti».
Tommy è un pescatore animalsta. Prende i pesci, ce li fa vedere e poi li ributta in mare. Odia le uccisoni gratuite degli animali, salvo augurare la morte a chiunque gli impedisca di andare a pesca. Spazzerebbe via l’intero genere umano senza distinzioni di parentela e senza il minimo rimorso.
Sono andato a mangiare da Alvaro alla Torre. Uno dei più buoni ristoranti di pesce di Numana. Ho dovuto parcheggiare il furgone fuori dal paese, perché è iniziata una settimana di spettacoli di piazza. Dalle venti alle ventiquattro è tutta zona pedonale. Questa sera è la volta di un terrificante concerto per fisarmoniche. Il palco è gremito di fisarmonicisti. Immaginate lo schieramento di una filarmonica, composta da venti fisarmoniche, un basso e una batteria. La piazzetta di Numana è piena fino all’orlo. Tutti comodamente seduti sulla schiera di sedie ordinatamente piazzate per l’occasione. Riesco a passare indenne nell’unico passaggio lasciato libero e, nonostante gli incontri parentali che mi rallentano, riesco anche a non sentire una nota. Tempo fa ho letto una freddura che recitava così:«Un vero gentiluomo è quella persona che sa suonare la fisarmonica, ma non lo fa».
La verità è che pur non amando particolarmente lo strumento, in certe musiche popolari ci sta decisamente bene. Il concerto però, preferisco evitarlo.
Alvaro è pieno. Questa volta sono stato previdente e ho prenotato. Mi accoglie cordialmente, non siamo amici ma ci conosciamo da sempre. Sono con mia cugina Monica e il mio immancabile assistente Nilushe. Fortunato, perché si sta godendo delle cene davvero prelibate. Con Monica abbiamo deciso di non badare alla linea e di mangiarci l’impossibile. Cosa che in realtà stiamo facendo da due settimane. Qualche rara volta ci controlliamo a pranzo, ma le cene ci lasciano boccheggianti e storditi come cuccioli dopo una poppata. Ci destreggiamo tra i mille antipastini di mare: moscardini e lattarini fritti, scampetti, salmone, cozze, vongole, capesante al gratin, insalatine varie di calamari e gamberetti. Il tutto logicamente annaffiato da un ottimo Muller Thurgau freddissimo. Per poi passare a una mega frittura di scamponi e calamari, che solo a ripensarci ci riandrei ora. Mentre ci godiamo il succulento pasto, non possiamo fare a meno di sentire i discorsi di una giovane coppia seduta accanto. Più che i discorsi, le cazzate che escono dalla bocca di lui. Capiamo che è in procinto di essere lasciato, e sta facendo d tutto per evitare che accada. Il risultato, se avesse davanti una ragazza con un minimo di cervello, sarebbe l’esatto opposto. Arriva il cameriere e lui parte con la prima malaugurata frase:
«Quant’è bella la mia ragazza eh?»
«Dai smettila», interviene subito lei.
«Ma io vorrei che dicesse sinceramente cosa pensa».
Il cameriere tace saggiamente. Anche perché, a essere sinceri, non siamo di fronte alla Venere di Milo. Dopo un po’ arriva la seconda:
«Ma tu mi vuoi bene?»
«Si certo...», bugiarda.
«Ma davvero mi vuoi bene, sei sicura?».
A questo punto, fossi stato in lei, mi sarei alzato, gli avrei urlato in faccia la verità e me ne sarei andato. Purtroppo non è successo.
Finita la cena, con l’andatura dei trichechi, ci siamo diretti verso la piazza. Le fisarmoniche tuonavano ancora imperterrite, lanciandosi in assoli dalle mille note su ritmiche da ballo di paese, davanti a una platea immobile e forse anche un po’ scioccata. Siamo passati da una via che costeggia la piazza dietro al palazzo del comune, ascoltando due pezzi praticamente identici. Mi sono fermato due minuti dai miei amici della gelateria Morelli, per due chiacchiere e un amaro. Anche loro devastati dalla violenza delle fisarmoniche.
«Hai capito perché vogliamo vendere tutto? Non se ne può più!».
Siamo scappati verso il furgone, passando per la via dove gli artisti numanesi espongono i loro quadri. Gli stessi da anni, come le bancarelle. Se non li vendono, ci sarà pure un motivo? Ma loro non sembrano curarsene. Stanno seduti da una parte, fumano e parlano. E il tempo scorre, sul pianeta Numana...