martedì 9 marzo 2010

Pensavate che la storia del comando del letto fosse finita? Vi sbagliavate. Ecco a voi la terza e, spero, ultima puntata. Potrei quasi definirla una fiction. Devo fare una piccola premessa: il giorno che il comando ha smesso di funzionare, l'ho portato all'elettronica Vincenzi sotto casa per un controllo. Il danno più comune sono le saldature dei fili che saltano. Il tecnico del negozio ha escluso categoricamente che potesse trattarsi di un guaio elettrico. Anche il tecnico dell'ortopedia Territi, pur di non scomodarsi a venire, l'ha escluso. Ma veniamo alle novità.
Mi è arrivato, dopo cinque giorni di attesa, il nuovo comando. Ho dovuto anche pagare ventidue euro di sdoganamento (oltre ai 190 del costo dell'oggetto). Crepi l'avarizia, finalmente tornerò tra i comuni mortali. Sono finiti gli strappi e il mal di schiena; è finita la dipendenza da due persone che mi scaraventano sul letto come un sacco di patate; posso portarmi a letto una donna e dormirle anche accanto. Non mi sembra vero che l'incubo sia finito.
Infatti non è vero.
Il nuovo comando non funziona. Almeno con quello vecchio qualche funzione ancora era sopravvissuta. Questo non da alcun segno di vita. Mando immediatamente una mail agli svizzeri cercando di mantenere la calma. Telefono all'ortopedia e qui la calma non ci provo neanche a mantenerla. Alla mia ennesima richiesta di assistenza (richiesta urlata) mi rispondono stizziti che mi devo far aiutare dagli svizzeri. Attacco, chiamo il mio avvocato e gli intimo di spedire lettere a tutti. Due giorni dopo mi rispondono dalla Svizzera scusandosi e dicendo di stare tranquillo perchè risolveranno il problema. Mi chiedono di mandare una foto del mio comando, dello spinotto e della scatola a cui si attacca, che sta sotto al letto. Dal numero di serie scritto sopra di essa capiscono che mi hanno mandato il comando sbagliato. Mi spediranno subito il nuovo pezzo naturalmente a loro spese. A questo punto il mio assistente mi dice che ha un amico elettricista a cui vorrebbe far controllare se veramente non si tratta di un problema elettrico. Tentare di nuovo non nuoce. Il ragazzo arriva di Sabato e dopo cinque minuti, senza aprire bocca, aggiusta tutto. Si trattava di una saldatura saltata. Due mesi e dieci giorni di difficoltà per un problema 'categoricamente escluso'. Amareggiato calo l'ennesimo velo pietoso. Voi che fareste? (Fermo restando che la lettera dell'avvocato è già partita).

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