martedì 11 agosto 2009

Cronache da Ibiza #4

Ecco, ieri ho passato la prima giornata di merda della vacanza, e spero anche l’ultima. Mi sveglio alle undici. Dopo aver fatto colazione e operazioni di routine, raggiungo Andrea al negozio. Finalmente conosco Anushka, una dj russa di ventitrè anni che dio la benedica. Alta, lineamenti perfetti, simpatica e sorridente, si compra anche una scatola di dischi e, con calma, se li ascolta uno per uno allietando la nostra tarda mattinata. Il momento più bello da quando sono arrivato sull’isola. Alle due chiudiamo e andiamo a pranzo. Ci sediamo in un ristorante argentino che conosce Andrea, dove abbiamo già mangiato qualche sera fa. Ordiniamo un’insalata di tonno e un ‘vacio’: un tipo di bistecca dal taglio particolare, un parallelepipedo di carne. Mangio l’insalata e qualche pezzo del mostro geometrico, quando inizia a salirmi la pressione. Come se dovessi fare pipì ma la sensazione è diversa. Provo comunque a svuotare la vescica che risulta essere vuota di suo. Non riesco a respirare, sento premere sul petto e l’aria non entra bene. Sono improvvisamente debolissimo. Andrea paga il conto e mi mette in macchina. Mentre andiamo a casa mi sorregge, altrimenti cadrei di lato. L’aria condizionata non mi aiuta molto. Per un attimo penso che mi stia venendo un infarto. Forse dovrei andare al pronto soccorso. Penso alla cronaca di Ibiza (quella vera) e ai possibili titoli degli articoli:
«Muore d’infarto un disabile italiano che si sente male e, invece di andare in ospedale, torna come un coglione a casa». L’ipocondria di famiglia a cui credevo di essere immune, mi ha posseduto in un secondo. Continuo a respirare con grande difficoltà. Arrivato a casa mi stendo sul letto con l’aria condizionata al massimo. Ho brividi fortissimi di dolore. Sono sensazioni nuove, mai sentite prima. Mi spavento un po’, lo ammetto. E’ già parecchio tempo che mi sento in forma, ho perso l’abitudine a stare male, per fortuna. Mi faccio girare sul lato sinistro per smuovere il catarro, se ce ne fosse. Non ce n’è, in compenso la posizione lentamente mi rilassa. I dolori e la pressione alta mi abbandonano gradualmente. Rimane un grande mal di testa. Credo di si sia trattato di un blocco della digestione. Una delle poche cose che ancora non avevo avuto il piacere di provare nella vita. Per di più sono tre giorni che fa un tempo di merda. Ieri era S. Lorenzo, la magica notte delle stelle cadenti che neanche quest’estate sono riuscito a vedere. Calo un velo pietoso...

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