lunedì 3 agosto 2009

Cronache da Ibiza #1

Sono appena arrivato a Ibiza. Due giorni fa alle sette di mattina, dopo una traversata di trentasei ore in nave. In due navi in realtà: una da Civitavecchia a Barcellona e l’altra da Barcellona a Ibiza. Viaggio tranquillo e meno impegnativo di quanto si possa immaginare. Prima tratta: imbarco alle dieci; ignobile cena a base di lasagna (che implorava a mani giunte di non essere mangiata) al ristorante self service «Barcelloneta»; canna sul ponte cercando di non essere catapultati fuoribordo dal fortissimo vento; visitina ai cani parcheggiati nel canile di bordo; dieci minuti al casinò, giusto il tempo di perdere cinquanta euro alla roulette incantati dalle tette della croupier; una sana dormita nella bellissima cabina per disabili (sorprendente davvero) e un pomeriggio tra sole sul ponte accanto al bar e incontri curiosi. Una ragazza di Acilia con minicane al seguito, in fuga da una dubbia convivenza di due anni. Amante dei rave, soprattutto dei prodotti tipici che tali feste offrono:«So stata a un rave prima di partire, me so presa due bombe e mezza, poi potevano pure mette er tango che ballavo uguale».
E un ragazzo di Napoli con moglie, figlio, amico e fidanzata dell’amico al seguito, che nel giro di quindici minuti mi mette al corrente del fatto che lui passa le vacanze in Andalucia a spacciare erba da dieci anni. Un vero genio del crimine, probabilmente alla fine del viaggio lo saprà mezza nave.
Seconda tratta: prima di salire sulla nave aiutiamo una coppia di mezza età a montare una ruota di scorta in un macchinone americano dopo un tentativo di rapina. Due tipi motorizzati si erano avvicinati alla macchina in corsa lenta verso il terminal e gli avevano bucato una gomma con un cacciavite. Sperando di bloccarli per rubare ciò che potevano. La coppia, da venticinque anni residente a Formentera per il periodo estivo, non era mai stata vittima di un assalto del genere. Due ex fricchettoni molto simpatici che mi piacerebbe incontrare di nuovo. Imbarco alle dieci; piccola incomprensione subito risolta sulla cabina per disabili che non mi avevano assegnato (e comunque scadente rispetto alla prima nave); orrendo bocadillo (panino) al bar di bordo visto che il self service era già inspiegabilmente chiuso (per fortuna forse); canna di rito sul ponte di poppa e brevissima dormita in cabina. La sveglia alle sei e un quarto dall’altoparlante della stanza ci ha veramente ucciso. Come zombies, ma felici, usciamo dal ventre della balena d’acciaio, sicuri o quasi di trovare il caro amico Andrea ad attenderci, anch’egli felice, sul molo d’attracco. Il caro amico è ancora felicemente addormentato nel suo letto di casa e mi risponde con voce squillante facendo, come al solito, finta di essere sveglio:«Pronto!»
«Stai dormendo»
«Chi è?!»
«E chi potrà mai essere?»
«Ao, dove stai?»
«A Ibiza sul molo dove dovresti essere anche tu ora, ricordi?»
«Pensavo arrivassi alle nove»
«Te l’ho detto che arrivavo alle sette»
«Tranquillo cinque minuti e sono da te».
In effetti arriva cinque minuti dopo, più zombie di noi, e ci porta a casa di Francesco, altro caro amico oltre che socio in un negozio di dischi, che ci ospita per il mese di Agosto. La casa si chiama (si qui le ville hanno un nome) ‘Can Castell’ ed è a tutti gli effetti un mini castello. Con tanto di torre e torretta. Con una piccola piscina e un giardino pavimentato pieno di rampe per facilitare il mio passaggio. I proprietari di casa, saputo del mio arrivo, hanno buttato giù le barriere architettoniche scusandosi di non averci pensato prima da soli. Altro mondo. Arriviamo che tutti dormono. Ci apre assonnatissimo Massimo, un amico di Francesco, che vive qui con la compagna Beatriz. E finalmente incontro il principe del castello: Fabio Bruno, un anno d’età e già comanda lui. Un piccolo bulldozer impazzito per i miei cani che se lo coccolano come un cucciolo. E Nadia, la mamma del principino e compagna di Francesco. Per ora è tutto, scappo al mare. Hastaluego...

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